
Mi piaceva Billy Bragg negli anni ’80, armato di chitarra acustica contro la presunzione dell’era tatcheriana, insieme a tanti altri coetanei. Dopo la bella avventura di fine millennio con i Wilko è rimasto un po’ ai margini, ma adesso, dopo qualche anno di silenzio, è tornato con un album figlio del lockdown. Gli scarni brani tipici della sua produzione folk-oriented si alternano ad arrangiamenti più corposi. Billy Bragg – Reflection on the Mirth of Creativity (2021).
