“Classic Rock… Today!”, la playlist di Paolo Tolu. Puntata #17

Le proposte recenti in arrivo dalle multiformi contaminazioni del rock: hard e prog, psyco e garage, blues e folk… Turn it up!!! Su Spotify.

In una playlist di 15 tracce Paolo spazia dal blues-rock, alla psichedelia, al hard-rock, al soul, al jazz e al funky. C’è da sottolineare, inoltre, che questa volta “Classic Rock Today!” ha esplorato la musica prodotta in diversi paesi del mondo, senza trascurare l’Italia, che musicalmente ha molto da dare. Basta cercare. Siete pronti ad intraprendere questo viaggio musicale con Paolo Tolu? Tutti a bordo. Si parte!

È arrivato il momento di cedere tastiera e mixer a Paolo Tolu per la puntata n. 17 di “Classic Rock Today!”.

C’è principalmente blues nel primo album di Dylan Triplett, ma il suo repertorio spazia anche in episodi soul e funky. Originario di St. Louis, ha solo 22 anni, ma grazie ad una famiglia ricca di stimoli, nel suo caso è un po’ riduttivo definirlo un esordiente: a 9 anni già cantava e a 15 poteva già definirsi un professionista. Questo brano ci riporta alla Motown più festaiola.
Dylan Triplett – Dance of Love (15 luglio 2022)

Il nome Jimmy De Kok, olandese, dirà poco a molti di noi, ma la freschezza della musica 60’s oriented dei suoi Iguana Death Cult e adesso di questo suo progetto solo, i People’s Pleasure Grounds, valgono un ascolto senza troppi grilli per la testa: garage, surf, psichedelia, la promessa è di un tuffo innocente in vecchi tempi. Questo brano è il secondo di un EP uscito (giustamente) in piena estate.
The People’s Pleasure Grounds – Another State of Mind (15 luglio 2022)

A volte le pepite d’oro sono nascoste negli angoli più impensati. Questa è luccicata all’improvviso tra le pieghe di una raccolta funky appena uscita, “Golden Rules – The Originals 2”. I Kind & Kinky Zoo sono un quartetto svizzero, hanno pubblicato un album prima della pandemia. Un brano strumentale dalle sonorità sfuggenti, dominato dal flauto. 
Kind & Kinky Zoo – Seven Noisettes (7 ottobre 2022)

Non ci sono motivi ragionevoli per sottrarsi al soul di Lee Fields, uno dei grandi vecchi che mi capita d’inserire in queste playlist. Il sound, la grafica, tutto riporta all’epoca dei capolavori degli anni ’60. Per lui il primo singolo risale a oltre 50 anni fa, ma è stato a lungo in disparte, quando ha capito che non era il momento buono per la sua musica. Poi dagli ’90 non si è più fermato, per nostra fortuna.
Lee Fields – Ordinary Lives (14 settembre 2022)

Non è facile capire perché una band del New Jersey scelga il nome da una delle più sanguinarie tragedie di Shakespeare, ma per il resto è tutto chiaro: riff di chitarra semplici e diretti, qualche accordo preso in prestito da Lou Reed, un cantato erede minore dei Clash, ritornelli che ti si appiccicano volentieri addosso. Il rock ha bisogno anche di album come quello dei Titus Andronicus.
Titus Andronicus – All Through the Night (30 settembre 2022)

Vale una scoperta la musica ricca di interferenze di Kazemijazi, iraniano di adozione italiana (inizialmente a Modena), da qualche anno trasferito a Londra, artista di grande spessore: di formazione classica, polistrumentista e produttore, ha collaborato con i Verdena e pubblicato con varie sigle tre album e ben sette EP. Nell’ultimo hanno trovato spazio molti brani (anche due in italiano) che risalgono alla sua iperproduzione del pre-pandemia. Un synth-rock che a tratti diventa molto potente, come in questo brano.
Kazemijazi – Secure Bass (17 giugno 2022)

Inclassificabili, i bresciani Verdecane, un po’ come al tempo della travolgente patchanka innescata dai Manonegra. Blues, folk, Balcani, jazz… si trova di tutto, nella loro produzione centellinata nei decenni: il primo album è del 2005, il secondo del 2012. E di sicuro si sente ovunque l’atmosfera di locali fumosi, bicchieri rotti, personaggi torbidi… Con questo brano ritorna in queste playlist l’armonica di Fabrizio Poggi. Coi Verdecane invece ci risentiamo nel 2032.
Verdecane – Cuba storta (28 luglio 2022)

Stella Donnelly, da Perth (Australia), è una trentenne che si è già fatta notare nella top 20 del suo paese con un primo album di indie pop, precedente alla pandemia. Ci riprova ora con la seconda prova. Patita di bird watching e molto combattiva sul fronte delle battaglie sociali, ad esempio a difesa dei nativi australiani e delle donne vittime di abusi. In settembre è partito un importante tour europeo e americano che potrebbe lanciarla definitivamente.
Stella Donnelly – Flood (26 agosto 2022)

Supasonic Fuzz sono un gruppo ligure, fanno danni già da più di un decennio. Il loro secondo album è un live registrato in studio: copertina tamarra in stile fantascienza anni ’50, riff pesantissimi tra Black Sabbath, stoner e psichedelia, voce al vetriolo. Ma questo brano è strumentale: inizia con un blues desertico che presto si rivela illusorio, perché dopo qualche fraseggio di chitarra scoppia la bomba.
Supasonic Fuzz – Pork Chop Express (14 luglio 2022)

Girovagando qui e là nel mondo sconfinato che fortunatamente è la musica, le sorprese ci aspettano dietro l’angolo. E così si arriva in Estonia per scoprire il funky soul dei Lexsoul Dancemachine. Da un EP uscito a inizio estate, un po’ Earth Wind & Fire, un po’ gli Style Council di “Shout to the Top”, qui ci si rilassa che è un piacere.
Lexsoul Dancemachine – Lazy Breeze (10 giugno 2022)

Ancora Australia, ma dall’altra parte della costa. Indigo Sparke è al secondo album, strumentalmente più ricco del precedente, anche se i pezzi acustici hanno ancora ampio spazio. Parliamo di una giovane artista dalle buone qualità, sia vocali che di scrittura dei brani. L’album è stato anticipato da tre singoli estivi, ma come spesso accade si trova il piatto più appetitoso nel resto della tracklist.
Indigo Sparke – God Is a Woman’s Name (7 ottobre 2022)

Un passo indietro, cronologicamente parlando, ma tanta sostanza valeva la pena di essere recuperata. Prima dell’estate è uscito l’album dei francesi Olivier Mellano (chitarra) e Mona Soyoc (voce), menti sopraffine del post punk d’oltralpe. Lei l’ha vissuta in prima persona negli anni ’80 con i Kas Product (ricorda la Siouxsie degli anni “felici”), lui è più giovane ma dagli ’90 ha suonato in una cinquantina di gruppi, con divagazioni anche nella musica sinfonica. Rock alternativo d’alto bordo.
Olivier Mellano e Mona Soyoc – Come in the Winter (20 maggio 2022)

Lambchop di Nashville, in attività da quasi trent’anni, s’identificano sempre di più col leader e fondatore Kurt Wagner, a maggior ragione dopo le ultime defezioni di due componenti che erano stati per molto tempo al suo fianco. Agli inizi classificato nell’alternative country, via via è diventato alternative in senso sempre più ampio, arricchendosi di tante altre sfumature. L’atmosfera del brano riporta all’essenzialità del Johnny Cash targato Rick Rubin.
Lambchop – So There (9 agosto 2022)

Pattern-Seeking Animals sono un progetto molto affine agli Spoke’s Beard, band capofila del nuovo prog. Infatti tutti i componenti in varie forme hanno avuto a che fare o sono tuttora componenti della band madre, per altro ferma da qualche anno. Un side-project arrivato ormai al terzo album e che ha ormai una sua fisionomia autonoma. 
Pattern-Seeking Animals – Much Ado (1 aprile 2022)

Steve Howe qualche anno fa ha perso il figlio e la sua arma più efficace per reagire rimane la musica. L’ex chitarrista degli Yes (oltre che di una lunga sfilza di altri progetti) coltiva le sue emozioni anche grazie al lascito materiale di Virgil, a sua volta valido batterista. E così Steve costruisce intorno alle tracce musicali lasciate dal figlio un secondo album. Tenuto conto delle complesse strutture della musica di Howe, questo brano si distingue per la sua semplicità. 
Virgil & Steve Howe – A Month in the Sun (23 settembre 2022)

Ascolta la playlist “Classic Rock Today!” #17 di Paolo Tolu, su Spotify.

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