
Le proposte recenti in arrivo dalle multiformi contaminazioni del rock: hard e prog, psyco e garage, blues e folk… Turn it up!!! Su Spotify.
Nel corso dell’anno che si sta concludendo Paolo Tolu ci ha fatto conoscere 180 dischi di elevata qualità, che avremmo rischiato di non ascoltare affatto o di scoprire in ritardo o per puro caso. Il ruolo di Paolo nel progetto Doubleslider, possiamo affermarlo con tranquillità, è quello di “ricercatore”. Se scorrete le playlist “Classic Rock Today!” del 2022 potrete constatare personalmente che ogni volta sono stati scelti dischi trascurati (o snobbati) dai media tradizionali, ma che sono espressione di creatività e originalità meritevoli di attenzione da parte di chi è appassionato di musica e desidera ascoltare dischi di qualità, non necessariamente prodotti per scalare le classifiche. È un valore aggiunto che è stato notato, nel corso di questo secondo anno di vita di Doubleslider, da alcune etichette indipendenti che ci hanno inseriti nelle loro mailing list e ci tengono informati sulle loro produzioni. Un altro piccolo passo avanti per un progetto che non ha scopo di lucro e dispone di un budget molto contenuto. Poveri ma belli? Poveri sicuramente. Belli…evito di esprimermi. Bella, semmai, è la musica che vi proponiamo 365 giorni all’anno.
E, a proposito di bella musica, è arrivato il momento di lasciare la consolle a Paolo Tolu, per la diciannovesima puntata di “Classic Rock Today!”, ringraziandovi per l’attenzione con cui ci seguite.
Un caleidoscopio dove scoprire ogni volta una combinazione diversa di colori, il secondo album delle Big Joanie, trio londinese tutto al femminile, di origini punkarole, scoperto dal chitarrista dei Sonic Youth. Sono ragazze tutte d’un pezzo, molto risolute sul fronte dell’attivismo femminista e presenti anche in libreria. Possono essere pungenti come un cactus, ma ci si può perdere anche tra le loro braccia.
Big Joanie – In My Arms (4 novembre 2022)
Francesco Marras, da Sassari, è un chitarrista hard rock di caratura internazionale, avendo lasciato il segno in decine di collaborazioni dal vivo e in studio ed essendo entrato di recente nei Tygers of Pan Tang, vecchie glorie del british metal. Nel suo terzo album solista, chiaro omaggio ai giganti degli anni ’70, è anche autore, bassista e voce solista.
Francesco Marras – Do You Hear Me Now? (13 settembre 2022)
Per scovare un gioiello a volta basta fare un giro tra i vigneti di provincia: i Warm Morning Brothers si identificano in due fratelli di Piacenza, i Modicamore. Senza clamore, fanno musica insieme da una ventina d’anni: dei loro sei album, uno è stato registrato nientemeno che ad Abbey Road. In questo brano mi ricordano un po’ le rilassate atmosfere dei China Crisis anni ’80: armonie vocali delicate, ricami di chitarra acustica, inserti di archi al momento giusto… Tutto perfetto.
Warm Morning Brothers – Worse Than Loneliness (1 agosto 2022)
Gli inglesi House of Love hanno conosciuto un buon momento di popolarità tra fine anni ’80 e inizio ’90 con la prestigiosa etichetta Creation, poi i dissidi interni hanno rotto il giocattolo e loro si sono persi per strada. Dopo una lunga pausa sono tornati, pur limitandosi in pratica a un album ogni decennio, in mano ormai al solo Guy Chadwick, che si rivela sempre un buon songwriter.
The House of Love – Dice Are Rolling (16 settembre 2022)
Nella sua ventennale carriera Stephen Pierce si è a lungo cimentato con uno sferragliante hard core, ma band dopo band ha seguito una strada più riflessiva, trovando col suo ultimo progetto un approdo folk rock appena tinto di acido. La firma Gold Dust torna dopo appena un anno con un secondo album.
Gold Dust – A Storm Doesn’t Hurt the Sky (4 novembre 2022)
Diamo un’occhiata dallo spioncino verso i tribolati paesi dell’est e scopriamo il rock alternativo di Izzy and the Black Trees, polacchi devoti al post punk soprattutto di Joy Division e Siouxsie, anche grazie alla voce solista della leader Izabela (e forse non è casuale l’assonanza del nome del gruppo con i Banshees). Questo brano sembra scorrere inoffensivo, poi strada facendo rivela il suo lato più torbido.
Izzy and the Black Trees – Love’s Is in Crisis (7 ottobre 2022)
Lancio di dadi riuscito per i Six by Six, eredi legittimi dell’onda lunga dei supergruppi prog. Non sono nomi celebri, ma Ian Crichton, Nigel Glockler e Robert Berry hanno avuto a che fare in varie riprese con Keith Emerson/Carl Palmer, Steve Howe, Asia, Saga e Saxon. Un’unione di forze che ha dato vita a una prima prova di grande energia.
Six by Six – Casino (19 agosto 2022)
Ritrovare tracce di antiche frequentazioni musicali è un po’ come imbattersi in un vecchio amico all’angolo della strada. Paul Heaton ha conosciuto il successo sia con gli Housemartins negli anni ’80, poi anche con i Beautiful South e ora con l’ultima avventura insieme a Jacqui Abbott, già sua cantante con gli stessi Beautiful South. Sono titolari di cinque album, tutti nella top 5 inglese, compreso l’ultimo uscito ad ottobre (subito al n° 1), tutto intriso del consueto pop scanzonato, nel caso di questo brano anche con venature reggae.
Paul Heaton & Jacqui Abbott – The Good Times (7 ottobre 2022)
Sharron Kraus è erede della ricca tradizione folk di Gran Bretagna (dov’è nata) e Stati Uniti (dove principalmente ha vissuto). Da vent’anni esplora temi ancestrali, ambientazioni pastorali, il lato oscuro delle tradizioni popolari, proiettando il tutto nel nostro tempo. In questo brano dall’apparenza rilassata affronta a testa alta le inquietudini della pandemia.
Sharron Kraus – Tell Me, Death (9 ottobre 2022)
Non fanno le cose di fretta. gli Archers of Loaf, dal North Carolina: negli anni ‘90 quattro album di indie rock, a seguire lo scioglimento, una dozzina d’anni dopo una reunion limitata ai concerti, infine un’altra decina d’anni – adesso – per arrivare a un nuovo album. Il tutto rigorosamente lontani dalle major e dalle logiche di mercato.
Archers of Loaf – In the Surface Noise (21 ottobre 2022)
Grande intensità per questo brano dei Gabriels, trio della nuova frontiera del soul, al loro primo vero album. L’elemento di punta è la voce di Jacob Lusk, cresciuto nel gospel e lanciato da un famoso talent show americano, una decina di anni fa. Qui recupera sonorità più tradizionali del genere, ma segnalo che l’album presenta soluzioni sonore anche molto più ardite e proiettate nel futuro del genere.
Gabriels – If You Only You (30 settembre 2022)
EP di debutto per i Phil & the Tiles, australiani di Melbourne, formatisi un attimo prima della pandemia. Il loro è un punk “evoluto”, come già quello di Magazine e Fall. Questo è il pezzo più godibile dei quattro proposti.
Phil & the Tiles – Trepanation (28 ottobre 2022)
All’insegna di un allarmato ambientalismo l’ultimo album dei canadesi Burning Hell, noti in ambito indie per l’impegno della loro scrittura. I leader Mathias Kom e Ariel Sharratt provengono da studi di etnomusicologia ed economia, elementi che hanno riversato nella decina di album fin qui prodotti. In questo brano ritroviamo il cantato e le atmosfere care a uno dei loro modelli, Lou Reed.
The Burning Hell – No Peace (24 giugno 2022)
Gli Spell, anche loro dal Canada, sono esponenti di un hard rock con piacevoli sprazzi melodici, strumentalmente vivace, in contrasto con tematiche viceversa oscure, mentre la parte vocale per ora rimane il loro tallone d’achille. Anche perché al momento sono in due e si ostinano a fare di tutto: oltre a cantare, il chitarrista solista suona anche la batteria. Sono al quarto album.
Spell – A Ruined Garden (28 ottobre 2022)
Una volta entrati, si potrebbe non voler più uscire dal giardino di questo progetto che viene dal freddo. Negli Edena Gardens s’incrociano due gruppi danesi dediti a un rock psichedelico strumentale. “L’isola nera”: bisogna ricorrere al gaelico scozzese per scoprire il significato del titolo di questo brano. Suona come un’interminabile versione di “I Can’t Find My Way Home” dei Blind Faith, pur senza la voce di Stevie Winwood: ti avvolge e vorresti che non finisse mai…
Edena Gardens – An t-eilean Dubh (28 ottobre 2022)
Ascolta la playlist “Classic Rock Today!” #19 di Paolo Tolu. Su Spotify.