
Le proposte recenti in arrivo dalle multiformi contaminazioni del rock: hard e prog, psyco e garage, blues e folk… Turn it up!!! Su Spotify.
Australia, Inghilterra, Germania, Italia, Stati Uniti, Norvegia, Brasile, Corea del Sud, Polonia. Questi sono i luoghi visitati virtualmente da Paolo Tolu per scovare e proporci sonorità sempre emozionanti.
Lasciamo ora il timone a Paolo per “Classic Rock Today!” #21.
Testo di Paolo Tolu:
Sono profonde le radici di Ivor S.K.: l’Australia non gli bastava, così è andato a cercarsele a New Orleans, la fonte primaria della sua musica. Tre album di un blues scarno: voce ruvida, chitarre, qualche percussione qui e là, poco più, tutto suonato e prodotto da lui. Questo è il pezzo che si fa più ricordare.
Ivor S.K. – Taste Your Lips (14 ottobre 2022)
Forse è pronta al salto di qualità la giovane inglese Billy Nomates. Il suo secondo album cerca un punto di equilibrio tra suggestioni post punk, drum machine, sintetizzatori, graffi elettrici, melodie accattivanti, concedendosi isolate puntate tra gli estremi opposti di avanguardia e acustica.
Billy Nomates – Blue Bones (Deathwish) (13 gennaio 2023)
Londinesi trapiantati a Berlino, i Kerala Dust sono in attività dal 2016, dopo qualche EP hanno pubblicato il primo album e in febbraio arriva il seguito. In fuga dalla contestata Brexit, viaggiano per l’Europa musicale, raccogliendo suoni in una miscela difficilmente incasellabile, tra elettronica, funk, jazz… Da questo singolo arriva nitida l’eco dei Portishead di “Give Me a Reason to Love You”.
Kerala Dust – Future Visions (2 dicembre 2022)
Festa grande con i Midnight Kings, quintetto del Cusio-Ossola dedito da un decennio a un vibrante rock ‘n’ roll/garage dai ritmi serrati: gli otto brani del recente album tutti insieme non arrivano a venti minuti. La dimensione ideale è quella live, in cui consumare quanto rimane delle scarpe.
The Midnight Kings – Ten Years of Lovin’ (9 dicembre 2022)
Rock semplice e lineare, quello di Brendan Benson, dal Michigan, già arrivato all’ottavo album solista (ma per inquadrarlo ricordiamolo nei Raconteurs al fianco dell’ex White Stripes Jack White). I suoi sono tutti brani molto orecchiabili, con la prevalenza di una chitarra che non fa male a nessuno, come una piacevole pausa caffè.
Brendan Benson – Ain’t No Good (2 dicembre 2022)
Tutto sottovoce nella musica degli Alaska Blue, duo bergamasco al suo primo album: atmosfere malinconiche e intime, un tappeto tenue di chitarra, batteria, tastiere, su cui volano le linee vocali di Elisabetta Giordano. L’album, oltre a proporre nuovi brani, recupera anche i singoli pubblicati nei primi anni, come questo di fine 2020 composto sotto una tenda nella campagna toscana.
Alaska Blue – Night Shift (22 novembre 2022)
Dave Keyes, da New York, per trent’anni ha speso piano e voce per blues, soul, boogie, al fianco di nomi importanti come Popa Chubby, Ronnie Spector, Odetta, David Johansen, Bo Diddley e nel suo zaino personale ci sono sette album. In questo brano mi aspetto da un momento all’altro di sentire la chitarra di B.B. King, ma a dargli lustro c’è comunque la batteria dello splendido 83enne Bernard Purdie (è spaventosa la lista di mostri sacri cui ha prestato le sue bacchette in oltre mezzo secolo di musica).
Dave Keyes – Ain’t Going Down (21 ottobre 2022)
Terzo album per i norvegesi Dune Sea, un mix tra psichedelia e space, con molti segmenti strumentali e inevitabili richiami ai maestri del genere, gli Hawkwind. Le armi migliori sono nella solida sezione ritmica, soprattutto il basso.
Dune Sea – Anesthesia (11 novembre 2022)
Apriamo una finestra su un paesaggio nuovo, i ritmi contaminati della Bahia brasiliana: Russo Passapusso (leader di una band dell’ultima generazione, nota per fondere samba e reggae) si incontra per un album con Antonio Carlos & Jocafi, duo veterano autore di colonne sonore da oltre mezzo secolo, una celebrità in patria. Non possono che solleticare la nostra curiosità.
Curumin, Russo Passapusso, Antonio Carlos & Jocafi – Ponta Polen (7 novembre 2022)
I Soulside solo tra i reduci dell’ormai antica scena dell’hard core di fine anni ’80, potendosi anche fregiare dell’unica presenza americana a uno dei concerti illegali organizzati nell’allora Berlino Est. Si sono riuniti qualche anno fa dopo un lunghissimo silenzio, coi membri impegnati in diversi progetti di nicchia. Solo a novembre è uscito il primo album del nuovo corso, a distanza di 33 anni dal precedente. Questo è uno dei brani più piacevoli, ma il punk rimane relegato nell’album dei ricordi.
Soulside – Walker (18 novembre 2022)
Liela Moss, da un ventennio voce dei londinesi Dukes Spirit, arriva al suo terzo album solista, un synth rock che sa scaldare gli animi, anche per i suoi contenuti niente affatto banali. Per la cronaca, ho preferito questo brano al primo singolo autunnale con ospite il redivivo Gary Numan, e la traccia di chiusura, con la stretta al cuore di vedere invece la partecipazione di Dhani Harrison, figlio di George.
Liela Moss feat. Dhani Harrison – Love Hard As You Can (13 gennaio 2023)
Fino in Corea del Sud: tanta strada per ascoltare un semplice garage di orientamento ’60s. I Wah Wah Wah, al secondo album, si identificano con il polistrumentista Suhyun Kim, suona tutto lui a parte la batteria.
Wah Wah Wah – Growing Pains (12 dicembre 2022)
I Sunmei provengono da una terra di provincia che ha vissuto un periodo di grandi suggestioni rock, Pordenone. Discograficamente emergono solo a fine estate, sciorinando un singolo al mese fino a questo di inizio anno. Ma le basi sono solide, visto che hanno condiviso il palco, tra gli altri, con Interpol, Peter Hook, Diaframma. Il loro è un indie rock minimale.
Sunmei – Solstice (5 gennaio 2023)
Ci sono voluti più di quattro anni dal suo album d’esordio, ma è infine è tornata con un EP Cornelia Murr, cantautrice folk-pop londinese, da tempo di stanza a Los Angeles. Musica autoprodotta, elegante e orecchiabile, per chi ama sognare seduto in poltrona.
Cornelia Murr – Changed (25 novembre 2022)
I Riverside, da Varsavia, sono una solida realtà del prog-metal: hanno percorso tutto il millennio (8 album in studio, 3 live, progetti laterali di peso), con crescenti soddisfazioni di vendite nell’Europa continentale e recenti apparizioni anche in quelle britanniche. Rispetto al singolo uscito in autunno, ho preferito la versione ad ampio respiro dell’album: con la sua lunga coda strumentale, è più rappresentativa. Un mix di Rush e Asia, con un inaspettato condimento di salsa reggae.
Riverside – Self-Aware (20 gennaio 2023)
Ascolta qui “Classic Rock Today” #21: