“Doubleslider Feb2023 Step 3”. What’s coming up on my sliders. Playlist su Spotify

Quando ho fatto i miei primi programmi alla radio avevo 14 anni. Vivevo una specie di complesso d’inferiorità nei confronti dei “professoroni” della musica, quelli che sapevano di certo distinguere la musica di qualità dalla musica-spazzatura. Commentavano con parole aspre le selezioni di noi djs in erba, lo facevano con aria di sufficienza. Da loro non si imparava nulla, erano troppo concentrati su loro stessi e gelosi del loro “sapere”. Per fortuna ero nel pieno dell’adolescenza e, pur essendo un timido, la mia voglia di ribellarmi ebbe la meglio. Con il benestare dell’editore. Perciò fui libero di selezionare personalmente la musica da trasmettere, con molti errori e qualche scivolone, certo. Vi furono anche persone più aperte e generose che ci permisero di conoscere generi musicali, gruppi, artisti che altrimenti sarebbero passati inosservati. Nel frattempo i “parrucconi” della musica, poco alla volta, si dileguarono e per molto tempo non si fecero più sentire.

Ma come facevamo a mantenerci informati e aggiornati? Fortunatamente c’erano i negozi di dischi dove settimanalmente si andavano ad ascoltare le novità discografiche, c’erano le riviste specializzate che acquistavi in edicola e collezionavi con cura, c’erano gli amici con i quali si scambiavano dischi e riviste, c’erano le radio locali che spesso si trasformavano in luoghi di aggregazione.

I tempi sono cambiati. Le occasioni per mantenerci aggiornati, grazie al mondo digitale, si sono moltiplicate a dismisura. È tutto più semplice e veloce, sempre a portata di mano. È stata una grande rivoluzione, ora la musica può essere ascoltata anche da chi ha il portafoglio vuoto, è alla portata di tutti. Siamo “solo” più isolati dagli altri, abbiamo quasi completamente perso il contatto fisico con dischi e riviste, i negozi di dischi sono in costante sofferenza economica e perciò destinati a chiudere. È meglio o peggio? Personalmente penso che sia una domanda inutile: la nostra realtà è questa e dobbiamo semplicemente sfruttare al meglio le occasioni che ci offre, senza farci soffocare dalla nostalgia.

Nel frattempo sono ritornati i “parrucconi”, i super esperti di musica, quelli che sanno bene cosa è bello da ascoltare e cosa non lo è. Li troviamo sui social, sempre pronti a scatenare polemiche infinite su questo o quel gruppo, a inveire contro le band emergenti, ad accanirsi contro l’autotune. I “parrucconi”, adesso, siamo noi: quelli che avevano 14 anni a metà anni settanta.

Ecco la playlist Doubleslider della settimana. Buon ascolto.

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